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L'integrazione europea sessant'anni dopo i trattati di Roma

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Il regionalismo europeo, espressione geografica di un movimento universale o tendenzialmente universale verso la cooperazione organizzata, riguarda l’area dell’Europa nel suo complesso, la tradizionale distinzione fra Europa occidentale ed orientale, che caratterizzò nel secondo dopoguerra forme diverse di cooperazione ed organizzazione, essendo in via di superamento. Ai mutamenti del quadro storico, economico e politico si accompagnano quelli giuridici: frontiere e confini, alleanze e relazioni mutano, privilegiando tuttavia profili e interessi comuni, solidarietà di intenti e di azione, modelli giuridici comuni e internazionalizzazione dei rapporti, delle intese economiche e politiche.
In tale ambito regionale cooperazione ed integrazione ispirano e danno vita, in particolare, al Consiglio d’Europa e alle Comunità europee, che pur diversi nelle funzioni, strutture e competenze, perseguono finalità comuni, poiché comune è il fondamento e il patrimonio giuridico dei paesi che ne sono membri. Diritto europeo e diritto comunitario tendono, nel tempo, verso una progressiva integrazione: i successivi ampliamenti della Comunità, le profonde trasformazioni (non solo politiche) avvenute nell’Europa orientale, consentono la creazione di vincoli e la stipulazione di accordi in un’area sempre più vasta.
Lo spazio giuridico europeo, la comunità giuridica europea o comunità europea del diritto, che originano da tale cooperazione appaiono come una realtà composita, ove tuttavia fonti di diritto comunitario, di diritto internazionale e di diritto interno concorrono positivamente, quali “frammenti” di più sistemi, verso la formazione di un sistema unitario: il sistema europeo. La realizzazione di tale spazio o comunità giuridica appartiene a un processo irreversibile, fondato su principi, tradizioni, valori comuni, ai quali si ispirano, appunto, le Comunità e il Consiglio d’Europa, e in epoca più recente l’Unione europea che si propone come forma più evoluta o “nuova tappa” del processo di integrazione intrapreso con l’istituzione delle Comunità.
Al diritto europeo, inteso come diritto proprio di quel sistema, ad un fenomeno dinamico che ha radici profonde e ricchezze di contenuti, è dedicata la presente
collana di testi e documenti.

Gli interventi e le relazioni tenute in occasione del convegno «L’integrazione europea sessant’anni dopo i Trattati di Roma», svoltosi il 16 aprile 2016 presso l’Università degli Studi di Milano, sono qui pubblicati con l’aggiunta di un’appendice di documentazione relativa alla ratifica ed esecuzione dei Trattati nel nostro Paese.
Le relazioni ricostruiscono il percorso evolutivo del processo di integrazione europea, mettendo in luce i risultati di una integrazione, non solo giuridica, che è progressiva malgrado le difficoltà che tale processo ha incontrato, e incontra.
Le relazioni e gli interventi ricordano anche il contributo scientifico di Bruno Nascimbene allo studio e all’approfondimento del diritto dell’Unione europea, attraverso i suoi scritti e il suo insegnamento universitario.


L'integrazione europea sessant'anni dopo i trattati di Roma, Milano, Giuffrè, 2017, 204 p.

10 aprile 2018
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